Perché i pirati hanno la benda? Perché seppellivano tesori?

Nell’immaginario collettivo, nei films, nei fumetti, nei cartoni animati, nei libri i pirati sono spesso rappresentati con una benda su un occhio. Ma per quale motivo?

Davvero la gran parte dei pirati aveva la benda o questo luogo comune deriva da qualcos’altro?

Olivier Levasseur, il pirata che diede origine a un mito

L’immagine dei pirati con una benda su un occhio molto probabilmente deriva dalla figura di un famoso pirata che effettivamente portava una benda su un occhio.

Si tratta di Olivier Levasseur, detto La Buse ovvero “la poiana”. Costui era un pirata francese che aveva iniziato la sua carriera come corsaro al soldo della corona francese. Durante una delle sue prime esperienze come corsaro, Olivier venne ferito a un occhio con una sciabola.

Ma perché divenne tanto famoso da diventare l’archetipo di pirata?

Perché Olivier Levasseur era così famoso?

La fama di La Buse si deve a un enorme colpo di fortuna.

Il pirata riuscì a intercettare un grande galeone portoghese, il Nossa Senhora do Cabo, ovvero il “Nostra Signora del Capo” o “Madonna del Capo”. Questo galeone non solo era ricolmo di ricchezze di ogni tipo ma era anche privo di difese. Poco prima di incontrare il pirata, l’equipaggio del galeone aveva affrontato una terribile tempesta. Per paura di ribaltarsi e affondare insieme alla nave, l’equipaggio pensò bene di buttare in mare i 72 cannoni che aveva a disposizione. Questo probabilmente salvò loro la vita ma li rese un facile bersaglio per i malintenzionati.

I pirati riuscirono a salire a bordo del galeone, che era ormeggiato presso l’Isola della Riunione per riparazioni, senza sparare un singolo colpo di cannone. Si impossessarono quindi del consistente bottino molto facilmente.

Il tesoro di Levasseur

Il grandissimo colpo di fortuna che ebbe Olivier Levasseur lo fece entrare di fatto negli annali della pirateria.

Il bottino di cui si impossessò così facilmente è senza dubbio uno dei più grandi, se non il più grande, di tutta la storia dei pirati.

Esso consisteva in molteplici lingotti d’oro e d’argento, scrigni pieni di ghinee d’oro, perle, oggetti di lusso come seta e diversi oggetti religiosi molto preziosi. Questi beni appartenevano al vescovo di Goa mentre gli ornamenti religiosi provenivano direttamente dalla Cattedrale di Goa.

Del tesoro faceva anche parte un grande croce fatta di oro puro e tempestata di pietre preziose quali diamanti, rubini e smeraldi, la “Croce Fiammeggiante di Goa“. La croce era così pesante che ci vollero tre uomini per portarla a bordo della nave di Levasseur.

Di solito i pirati dopo essersi impossessati del tesoro di una nave rapinavano anche i passeggeri. Nel caso di Nossa Senhora do Cabo il tesoro era così corposo che non fu necessario, anzi era del tutto inutile, derubare anche i passeggeri che perciò furono risparmiati.

Il jolly roger di Levasseur

Come faceva un pirata a godersi le ricchezze accumulate?

Una volta che il bottino fu a bordo e la nave era in acque tranquille si passò a suddividere il tesoro tra i pirati.

Ogni pirata ricevette circa 50.000 ghinee dorate e 42 diamanti. La croce fiammeggiante di Goa andò a Levasseur.

Con tutta la ricchezza accumulata i pirati potevano tranquillamente vivere il resto della loro vita senza più andare per mare. Potevano quindi ‘andare in pensione‘ e ritirarsi a vita privata.

Ma come faceva un pirata a godersi i tesori che aveva accumulato? Non dimentichiamoci che si trattava di delinquenti, persone perseguite dalla legge. Non sarebbero stati al sicuro a meno di un indulto o un’amnistia.

Si dà il caso che a quei tempi il governo francese aveva proprio concesso un’amnistia a tutti i pirati che avrebbero abbandonato la loro attività. Era il 1724 e Levasseur inviò un ambasciatore all’Isola di Bourbon, oggi chiamata Riunione, a negoziare per il perdono.

In cambio dell’amnistia il governo francese pretendeva però gran parte del tesoro di Levasseur. Dato che proprio quel tesoro era il motivo per cui La Buse chiedeva l’amnistia, rifiutò la proposta e si ritirò segretamente nell’arcipelago delle Seychelles.

Prima di stabilirsi alle Seychelles il pirata pensò bene di seppellire il tesoro su un’isola dato che lui non poteva goderselo in alcun modo.

La fine del più grande pirata di tutti i tempi

Olivier Levasseur fu infine catturato presso Fort Dauphin, in Madagascar, e condotto a Saint-Denis, una cittadina situata proprio a Riunione, l’isola nella quale il pirata aveva chiesto l’amnistia. La Buse fu giustiziato tramite impiccagione alle 5 del pomeriggio del 7 luglio 1730.

Salendo sul patibolo, Levasseur si strappò dal collo una collana e la lanciò verso la folla che assisteva all’esecuzione urlando:

Chi capisce questo troverà il mio tesoro.”

La collana aveva infatti un ciondolo con delle incisioni. Si trattava di una piastra di metallo con incise ben 17 righe scritte in codice. Queste erano le istruzioni per trovare il tesoro più grande di tutti i tempi.

Incisione presente sul ciondolo che La Buse lanciò alla folla che assisteva alla sua esecuzione.

Con la morte di Levasseur, avvenuta nel 1730, si conclude, secondo gli storici, l’epoca d’oro della pirateria. Un pirata che ha segnato un’epoca.

Il tesoro di La Buse non è ancora stato ritrovato.

Luoghi comuni sui pirati

Dalla storia di La Buse nascono ben due luoghi comuni riguardanti pirati:

  • la benda su un occhio;
  • l’abitudine si seppellire tesori.

Questi due elementi sono entrati a far parte della caratterizzazione tipica dei pirati. Ma non è finita qui.

Qualche secolo dopo la morte di La Buse, nel 1923, furono trovate sulla spiaggia di Bel Ombre, sull’isola di Mahé, delle rocce con delle incisioni. Queste incisioni rappresentavano diversi animali, un’urna, una giovane donna e la testa di un uomo. queste incisioni furono subito ricollegate ai pirati e a Levasseur in particolare dato che Mahé fa parte delle Seychelles.

Si scoprì, consultando vari archivi, che La Buse era il proprietario della spiaggia di Bel Ombre. Infatti fu ritrovata negli archivi di un notaio una mappa della spiaggia sulla quale era scritto che il proprietario era proprio il famoso pirata.

Una meccanica, questa delle incisioni sulle rocce, che entrerà a far parte anch’essa dei luoghi comuni sui pirati e sui tesori da essi seppelliti.

Curiosità

Dalla storia di Olivier Levasseur trae ispirazione il manga One Piece.

Nel cartone animato compare la figura di Gol D. Roger, un pirata che poco prima di essere giustiziato sfida ed esorta le persone che assistono all’esecuzione a trovare il grande tesoro che egli aveva seppellito. Tra l’altro la figura di Gol D. Roger è in parte inspirata a un altro personaggio storico veramente esistito, ovvero Henry Every, il re dei pirati.