I misteri dell’antico Egitto ancora irrisolti

La civiltà dell’antico Egitto desta da sempre l’interesse, la curiosità nonché la fantasia di molti. Essendo una cultura le cui origini risalgono a più di 5.000 anni fa ha in sé degli aspetti che ancora non conosciamo bene nonostante sia stata ampiamente studiata.

A questi aspetti non del tutto chiari si unisce il desiderio di trovare misteri anche dove in realtà non esistono. È questo il motivo per cui sono nate numerose leggende riguardanti stanze segrete, civiltà atlantidee o intervento di civiltà aliene.

Volendo elencare i misteri ancora non risolti dell’antico Egitto non si può non citare queste teorie a volte molto fantasiose. Alcuni misteri non risolti ci sono sul serio ma probabilmente hanno spiegazioni più semplici e plausibili che è possibile dedurre utilizzando il Rasoio di Occam.

Il misterioso regno di Punt

Questa storia ha origini antichissime e parla di una misteriosa civiltà molto ricca probabilmente situata in Africa: il regno di Punt.

Le prime testimonianze di questo paese sono dei bassorilievi e dei dipinti risalenti a oltre 2000 anni fa.

Presunta ubicazione del regno di Punt

La regione di Punt era considerata dagli antichi egizi alla stregua di un paese di origini quasi divine. Il fatto che fosse molto ricco oltre che molto lontano ha alimentato la fantasia degli artisti egiziani.

Una delle testimonianza più famose risale al 1500 a.C.. In una iscrizione si narra di una spedizione, avvenuta durante il regno della regina Hatshepsut, verso la terra di Punt compiuta da soldati egizi.

Il “bottino” fu davvero ricco e comprendeva oltre che merce pregiata anche alcuni alberi con tutte le radici.

Questi alberi furono trapiantati in Egitto con successo e rappresentano la prima testimonianza storica di trapianto di flora estera.

Quello che si sa per certo della civiltà di Punt è che intratteneva ricchi commerci, effettuati tramite carovane che compivano lunghi viaggi, con l’Egitto dei faraoni e forniva oro, incenso, mirra, pietre preziose, avorio, pietre preziose e fauna esotica come pavoni e scimmie.

Nonostante ci siano numerose prove dell’esistenza del paese di Punt non c’è alcuna informazione che riguarda la sua posizione.

Il mistero risiede proprio in questo: come mai una civiltà tanto ricca che aveva rapporti con tante altre nazioni non ha lasciato alcuna traccia di sé?

Studiando le iscrizioni, i bassorilievi e i resoconti che parlano della Terra degli Dei, appellativo con il quale ci si riferiva al paese di Punt, si è ipotizzato che si trovasse in una zona appartenente al Corno d’Africa, vicino all’attuale Etiopia. Resta tuttavia una civiltà avvolta dal mistero.

Il labirinto di Meride

Erodoto ci tramanda la descrizione di un enorme labirinto composto da oltre 3.000 stanze disposto su 3 piani. Il soffitto di questo labirinto era composto da un’unica immensa roccia.

Stando al racconto dello storico greco, questa enorme costruzione era colma di tesori straordinari.

Non solo Erodoto ne parla, altre testimonianze ne danno Pitagora, Plinio, Strabone e Diodoro.

Fino a qualche centinaio di anni fa si riteneva che questi racconti fossero frutto della fantasia finché, nel 1888, Flinders Petrie scoprì le rovine di una costruzione labirintica senza precedenti.

Il sito si trova ad Hawara, vicino al lago Meride da cui prende il nome.

Secondo le ricostruzioni la struttura originaria doveva essere ampia più di 70.000 m², era disposta su due piani e contava almeno 3.000 stanze (come affermava Erodoto) disposte in sequenza.

Lo scopo di questo labirinto è ignoto, si è ipotizzato che avesse principalmente una funzione religiosa ma non si sa nulla di come venisse realmente utilizzato.

La piramide scomparsa

Una piramide può scomparire? Che fine ha fatto la piramide più grande dell’Antico Egitto?

Si tratta della piramide di Djedefra, faraone figli del più famoso Cheope. Il faraone regnò solo pochi anni ma la sua piramide era probabilmente la più grande di cui si ha notizia.

Secondo le ricostruzioni basate sulle rovine ritrovate doveva essere alta almeno 154 metri ( 7 metri in più dispetto alla piramide di Cheope) mentre i lati alla base superavano i 100 metri di lunghezza.

Quello che rimane della piramide più grande della storia è solo una struttura in rovina alta poco più di 9 metri.

All’inizio si pensò che la piramide non fosse stata mai completata visto l’assenza di rovine che potessero far presupporre una costruzione completa. Alcuni ipotizzarono che fu distrutta dagli antichi Egizi.

Secondo gli storici la piramide di Djedefra (Kheper) fu conclusa ed era quasi completa fino all’epoca degli antichi romani.

L’ipotesi più avvalorata è che furono proprio i romani a smontare pezzo per pezzo la tomba del faraone per costruire edifici e strade. La piramide fu quindi utilizzata come cava di pietre per diverse centinaia di anni.

La mummia di Zagabria, una mummia etrusca in Egitto e il Liber linteus

Gli Etruschi erano un popolo che risiedeva nella zona che oggi corrisponde grosso modo alla Toscana, in Italia centro-settenrionale.

Avevano una lingua e una scrittura propria e la loro civiltà durò dal IX secolo a.C. al I secolo a.C.

Questa mummia fu ritrovata nel XIX secolo in Egitto e fu poi trasferita nel museo di Zagabria (da cui prende il nome) da Mihajlo Baric, un impiegato statale ungherese.

La mummia era avvolta da un telo che solo successivamente di scoprì essere derivante da un rotolo di lino che fungeva in origine da libro.

Le bende furono studiate e il libro originario fu ricomposto. Era all’inizio un telo di 3,4 metri per 40 cm di altezza ed era suddiviso in colonne separate da linee rosse. Il libro fu denominato Liber Linteus o anche Liber Agramensis.

Il testo, scritto in sumero antico e attualmente non interpretabile, si leggeva da destra verso sinistra.

Pochissime solo le parole che si son riuscite a interpretare. Da esse si evince che dovesse trattare di una qualche forma di calendario rituale, questa resta tuttavia solo un’ipotesi non confermata. Il contenuto del libro rimane un mistero come rimane ignoto come e perché sia giunto in Egitto e chi l’abbia portato.

La tomba della regina d’Egitto Khentkaus

La piramide di Khentkaus III (o Kentakawess III), o quel che ne rimane, è stata scoperta di recente da un gruppo di archeologi cechi, si parla del 2015. Già prima della scoperta della sua tomba si conosceva già questa regina anche se non se ne conosceva il nome. Era moglie di Neferefra ed era conosciuto come “sposa del re” o “madre del re“.

Il mistero di questa piramide a gradoni sta nel fatto che sembra sia stata costruita in fretta e non sia stata mai completata.

La stanza segreta nella piramide di Cheope

La piramide di Cheope è la più antica e grande piramide che è giunta fino a noi. Alta quasi 140 metri e larga alla base oltre 230 metri rappresenta uno dei monumenti più grandi che l’uomo abbia mai costruito.

Esistono tanti misteri che girano intorno alla piramide ma uno in particolare è stato per un po’ al centro dell’attenzione: la stanza segreta all’interno della piramide.

Nel 2016, in seguito ad alcuni rilevamenti effettuati tramite opportuni strumenti, saltò fuori che c’era una camera situata nella parte bassa della piramide. Questa stanza è completamente murata e non ci sono corridoi o vie che permettono di raggiungerla.

Probabilmente non sapremo mai cosa contiene e quale fosse il suo scopo,

I passaggi segreti e la stanza segreta sotto la sfinge

La grande sfinge di Giza rappresenta da secoli uno dei più grandi misteri dell’antico Egitto.

Secondo la datazione ufficiale la sua creazione risale al 2500 a.C. e dovrebbe rappresentare il faraone Kefren. Questa tesi, anche se ampiamente condivisa, non è però avvalorata da prove certe.

Anche all’interno della sfinge dovrebbe esserci una camera segreta anch’essa però attualmente irraggiungibile. Di questa però, a differenza di quella presente nella piramide di Cheope, non se ne hanno prove.

Secondo alcuni miti e leggende riguardanti l’Antico Egitto questa stanza dovrebbe essere la mitica stanza dei registri, un’antica camera che funge da biblioteca e contiene tutta la conoscenza degli antichi Egizi. Secondo alcuni al suo interno ci sarebbe anche tutta la storia e le prove dell’esistenza di Atlantide.

La Grande Sfinge di Giza inoltre è piena di cunicoli, gallerie e passaggi nascosti al suo interno dei quali però non si capisce a cosa servissero. Questi corridoi hanno rappresentato, a cominciare da molti anni fa, fonte di speculazioni e fantasie sia fantascientifiche che riguardanti varie teorie del complotto. Una delle teorie più diffuse, anche grazie ad alcuni film, è che gli antichi egizi fossero in contatto e mantenessero legami con una civiltà aliena che li avrebbe aiutati a costruire le piramidi e avrebbe loro trasmesso nozioni di medicina e altre conoscenze tecnologiche molto avanzate per per l’epoca .

Questi tunnel all’interno della sfinge sono quindi di natura ignota. I principali sono tre, ce n’è uno davanti, tra le zampe, uno in corrispondenza della coda e uno su un fianco.

Tuttavia esiste anche una spiegazione razionale ad essi, infatti potrebbero essere stati creati da antichi profanatori di tombe in cerca di un possibile tesoro nascosto sotto la sfinge. I tombaroli erano molto diffusi anche in antichità, ancha ai temi dell’antico Egitto.

Gli antichi Egizi credevano nella vita oltre la morte e perciò nelle piramidi, come anche nelle tombe dei nobili, riponevano anche oggettistica e averi del defunto. Molto spesso questi oggetti avevano molto valore, alcuni erano fatti di oro, ebano, etc.

Questa usanza fece si che alcune volte chi progettava una piramide creasse anche qualche passaggio segreto che consentisse ai profanatori di tombe, loro complici, di entrare e prendere il tesoro funerario.

Fu per questo che nacque anche l’usanza di uccidere gli ingegneri che sovrintendevano alla costruzione delle piramidi.

I segni di erosione sulla sfinge

La sfinge è una struttura, un monumento composto da roccia. Essendo molto antico ha sulla sua superficie numerosi segni di erosione. Alcuni di essi sono facilmente giustificabili attraverso le intemperie, i cambi di temperatura e la condensazione tipici del deserto.

Altri invece non sono così semplici da spiegare.

Alcuni segni di erosione sembrerebbero dovuti all’azione di piogge incessanti. Queste particolari condizioni climatiche però mancano da quella parte di Egitto fin dall’ultima glaciazione risalente a 12.500 anni fa.

Secondo alcuni questo tipo di erosione sarebbe anche dovuta al fatto che la sfinge sia stata sommersa dalle acque per un certo periodo di tempo.

Questo avvalorerebbe l’ipotesi che la sfinge sia effettivamente più antica di quanto immaginiamo e forse sia stata costruita da antiche civiltà molto evolute a noi ignote, come quella di Atlantide, o addirittura dagli alieni.

La figura di Nefertiti

Nefertiti era la moglie del faraone Akhenaton. Visse intorno al 1300 a.C.

La regina aiutò suo marito nel tentativo si portare avanti la rivoluzione religiosa che aveva come obiettivo principale di portare a venerare come dio principale superiore agli altri Aton.

Le notizie e le informazioni che la riguardano cessano però dopo il dodicesimo anno di regno di Akhenaton.

Non si sa che fine abbia fatto, forse morì all’improvviso, forse a causa di un’epidemia.

Altri sostengono invece che alla morte del marito gli succedette al trono e fu regina d’Egitto da sola per un certo periodo di tempo.

La morte di Tutankhamon

Forse uno dei faraoni più famosi della storia, Tutankhamon morì in giovanissima età, aveva solo 18 anni.

Riguardo alla sua morte però non si sa molto. La sua mummia, nonostante non sia stata profanata e sia rimasta sigillata nel sarcofago fino al suo ritrovamento presenta diverse anomalie.

Gli oli profumati spalmati in abbondanza sulla salma sono stati fonte di una lenta autocombustione della pelle.

Nonostante ci siano giunti in pessime condizioni i resti di Tutankhamon hanno permesso agli studiosi di ipotizzare che soffrisse di diversi tipi di malformazioni congenite e infiammazioni croniche che a loro volta portarono ad altre malformazioni.

La più evidente di queste malformazioni era il piede equino che non gli consentiva di poggiare a terra nella maniera corretta il piede.

Oggi sappiamo che Tutankhamon zoppicava non solo perché il suo scheletro ce lo fa intuire ma anche perché nella sua camera mortuaria sono stati ritrovati oltre 130 bastoni da passeggio.

Lo scheletro della mummia presenta diverse malformazioni e fratture. Inoltre è stato notato come esso non sia completo. Manca qualche osso e alcune fratture furono aggiustate post mortem utilizzando della resina.

Per questo motivo è stata ipotizzata una morte violenta, forse causata dall’essere stato travolto da un carro da guerra. Le fratture e le mancanze sono infatti compatibili con un trauma da schiacciamento piuttosto che da caduta accidentale o traumi da combattimento.

Queste, per quanto molto probabili, restano soltanto ipotesi in quanto non ci è stata tramandata alcuna testimonianza scritta riguardo le cause della morte di Tutankhamon.

La costruzione delle piramidi

E veniamo ora al mistero principale che riguarda l’antico Egitto: chi ha costruito le piramidi?

Gli alieni? Gli abitanti di Atlantide? O forse gli egiziani?

Scherzi a parte, queste costruzioni monumentali furono costruite dagli egiziani utilizzando tecniche molto ingegnose.

Non si sa per certo come furono costruite le piramidi ma si ipotizza si utilizzassero sistemi di trascinamento tramite slitte trainate su piani con un inclinazione molto lieve.

Fino a poco tempo fa si pensava che i lavori fossero compiuti da schiavi ma oggi, grazie a ritrovamenti e testimonianze scritte, di è capito che furono operai specializzati e pagati a costruire le piramidi.

Quindi non si tratta di un mistero, almeno per la scienza ufficiale.

Secondo alcuni gli antichi egiziani non avevano la tecnologia per spostare quelle enormi rocce né tanto meno per alzarle da terra.

Le teorie che riguardano la costruzione delle piramidi quindi si sono moltiplicate includendo alieni, atlantidei e giganti in esse.

Qual è la verità?