Cos’è l’effetto Dunning-Kruger, il paradosso dell’ignoranza.

L’ignoranza di per sé non è un problema grave. D’altronde tutti siamo ignoranti in qualcosa, nessuno sa tutto di tutto e anche nel momento in cui una persona è esperta in un determinato settore ci sarà sempre qualcosa che non capisce o non sa.

So di non sapere“, questo dovrebbe essere l’atteggiamento giusto di ognuno di noi. Non si tratta di falsa umiltà ma solo di consapevolezza dei propri limiti.

Nel momento in cui però l’ignoranza è accompagnata da una marcata arroganza allora nascono tutti i problemi.

“Più una persona è ignorante in qualcosa meno è consapevole di esserlo.” Questo è l’assioma che sta alla base di queste considerazioni e questo è la base dell’effetto Dunning-Kruger un famoso postulato psicologico legato all’autostima. Esso non è in alcun modo un sinonimo di stupidità, anche le persone più intelligenti e più sveglie ne possono essere e ne sono vittima in qualche modo.

L’ignoranza e la presunzione viaggiano sempre nello stesso scompartimento. La saggezza e l’umiltà anche. Ma su un altro treno. (S.W. Field)

Che cos’è l’effetto Dunning-Kruger

L’effetto Dunning-Kruger può essere definito come un bias cognitivo, ovvero una distorsione di come si percepiscono la realtà e le proprie capacità.

Che cos’è un bias cognitivo?

Il significato di bias cognitivo è riassumibile come pregiudizio. Un bias cognitivo è, in altre parole, un errore di valutazione basato su un’interpretazione sbagliata delle informazioni in proprio possesso.

Quindi i bias cognitivi sono vere e proprie distorsioni della realtà.

Esiste una lista molto lunga di bias cognitivi che influenzano la nostra vita quotidiana e che spesso siamo inconsapevoli di attuare o di esserne vittima.

L’idea dietro al paradosso dell’ignoranza

Prima di descrivere nel dettaglio cos’è e quali conseguenze ha il paradosso dell’ignoranza vorrei descrivere da quale fatto è nata l’idea di studiare.

Nel 1995 un tale di nome Arthur Wheeler decise di rapinare due banche lo stesso giorno. La modalità con la quale l’allora quarantacinquenne compì tali reati fu alquanto curiosa.

L’uomo era alto circa un metro e sessanta e pesava più di 120 chili. Di per sé era quindi già una persona molto riconoscibile. A questo si unisce il fatto che compì le rapine a volto scoperto convinto di non poter essere riconosciuto.

Arthur Wheeler prima di compiere le rapine si era cosparso di succo di limone convinto che questo lo rendesse invisibile. Prima di agire si era persino scattato un selfie per verificare che la cosa funzionasse. Forse per l’eccitazione forse per il succo di limone che gli bruciava gli occhi Arthur non prese bene la mira e quindi non comparve nella foto che si scattò. Questo lo convinse del fatto che fosse invisibile.

Ma da dove nasce la convinzione che il succo di limone rende invisibile?

Parlando con un amico Arthur apprese che scrivendo su un foglio di carta utilizzando come inchiostro il succo di limone il testo risulta invisibile fin tanto che non si avvicina a una fonte di calore. Tanto bastò per convincere Arthur di poter riuscire nell’impresa di diventare invisibile.

Si cosparse la faccia di succo di limone, senza escludere nemmeno gli occhi che perciò gli cominciarono a bruciare, si scattò una foto per essere sicuro di essere invisibile e partì per compiere la sua impresa.

Wheeler fu molto sorpreso quando, quasi immediatamente dopo i colpi, fu fermato e arrestato dalla polizia.

Incuriosito da questo fatto David Dunning decise di capire come fosse possibile che un uomo possa auto-convincersi di certe assurdità.

Lo studio e le ricerche di Dunning

Dunning insieme al collega Justin Kruger giunse compì diversi studi e analizzò diversi aspetti che potevano ricondursi all’auto-convinzione e all’auto-suggestione.

La conclusione alla quale giunsero i due studiosi fu quella che che Wheeler era troppo ignorante sull’argomento per rendersi conto di essere ignorante. Sembra un conclusione ovvia, come ovvio sembrava ad Arthur di poter diventare invisibile, ma non lo è.

Quello che Dunning e Kruger scoprirono fu un universo di piccole convinzioni che costruiscono l’immagine che ognuno ha si sé e della realtà.

Chi è colpito dall’effetto Dunning-Kruger non ha le facoltà metacognitive per valutare la propria competenza in un determinato campo o su un determinato argomento.

Il nostro errato modo di vedere le cose e la convinzione e presunzione che sia corretto il nostro pensiero ci impediscono di vedere l’errore anche dopo averlo commesso. Questo è il significato dell’effetto Dunning-Kruger.

La spiegazione dell’effetto Dunning-Kruger

Il successo è una combinazione di abilità, sforzo e fortuna. Nel momento in cui valutiamo il nostro operato non siamo però sicuri di cosa contribuisca al fallimento.

La mancanza di uno qualsiasi dei tre elementi che contribuiscono al successo decreta il fallimento, ma non sappiamo a cosa attribuire la mancanza di successo.

Capita così di attribuire la mancanza di fortuna alla mancanza di abilità.

La completa ignoranza spesso genera confidenza, supponenza e arroganza. Il modo confidenziale in cui ci si esprime, anche con se stessi, può essere estremamente convincente. così ci si può auto-convincere delle cose più assurde, come il fatto che cospargersi di succo di limone faccia diventare invisibili.

In un esperimento è stato chiesto ai soggetti di giudicare la persona più attraente in una serie di coppie di immagini.

In un secondo momento è stato di spiegare il perché della loro scelta. L’immagine che però avevano posto loro di fronte era quella scartata.

Il 75% dei soggetti non notò lo scambio e ha spiegato tranquillamente cosa li ha spinti a scegliere ciò che in realtà non avevano scelto.

Come ci si auto-convince di qualcosa

Le connessioni logiche che creiamo nell’argomentare qualcosa producono un ragionamento di senso compiuto che ci convince che sia esatto.

Per questo motivo ci convinciamo di qualcosa e non riconosciamo quanto stiamo sbagliando.

Spesso distorciamo o dimentichiamo le informazioni che abbiamo per poter meglio adattare al nostro ragionamento.

Uno dei motivi che sta alla base dei nostri errori di valutazione è il fatto che accettiamo come vere quelle affermazioni che sono più facili da capire e più familiari, più canoniche.

Al cervello non piacciono i ragionamenti e i fatti a cui non è abituato o che ci fanno cambiare idea riguardo a qualcosa di cui eravamo fermamente convinti.

Non è importante quanto alto sia il quoziente intellettivo e quanto tu abbia studiato e sei acculturato. L’effetto Dunning-Kruger colpisce tutti.

Le persone tendono ad ammettere un proprio errore quando lo vedono, SE lo vedono. Il problema sta proprio in questo, vedere i propri errori e questa nostra auto-convinzione ci impedisce di farlo.

Più sai più sei insicuro

Lo studio di Dunning non solo spiega la sicurezza degli ignoranti ma anche l’insicurezza delle persone più esperte.

Le persone più informate e con più esperienza in un determinato campo tendono a essere più insicure rispetto a chi invece lo conosce solo superficialmente. Perché?

La risposta è semplice: sai di non sapere.

“Il vero saggio è colui che sa di non sapere.” (Socrate)

Come diceva Socrate: “Il vero saggio è colui che sa di non sapere.”

Per cui nel momento in cui sei esperto in qualcosa sei anche consapevole del fatto che non sei abbastanza esperto, che c’è qualcuno che ne sa più di te, che ci sono molte variabili che magari non hai considerato, etc..

Un’altra celebre frase per meglio spiegare questo effetto è:

“I pazzi e i fanatici sanno sempre tutto e i saggi sono pieni di dubbi.”

Questa frase è di Bertrand Russel.

Quindi nella nostra ignoranza tutti ci crediamo dei geni?

La risposta a questa domanda è si. Tutti siamo ignoranti in qualcosa e tutti, chi più chi meno, si considera esperto in quel qualcosa.

per questo motivo ci dovremmo tutti ricordare di rimanere sempre con la mente aperta e gentili nei confronti degli altri e della loro opinione.

Come sconfiggere l’effetto Dunning-Kruger

Esiste tuttavia un cammino che possiamo compiere per limitare o anche sconfiggere l’effetto Dunning-Kruger.

Esso consiste in una serie di piccoli passi che ci permetteranno di non impuntarci sulle nostre convinzioni. In pratica è un modo per aprire la mente.

Primo passo: imparare è bello

Una cosa che è bene che impariamo è che non c’è nulla di male ad ammettere i propri limiti, ad ammettere che non si sa qualcosa. Non sei obbligato a sapere tutto di tutto e non è una mancanza non sapere qualcosa.

Capire cosa non capiamo è il primo passo per cominciare a innalzarci a livello di conoscenza, altrimenti staremo sempre chiusi entro le nostre convinzioni.

Secondo passo: non paragonarti sempre e solo con gli altri.

Spesso ci si paragona con gli altri e con i risultati da essi raggiunti senza sapere minimamente come essi li abbiano raggiunti. Non perdere tempo a capire la mente degli altri.

Ognuno ha i suoi tempi e compie un cammino diverso.

Se non riesci a capire qualcosa cerca qualcuno che ti possa aiutare. Non sentirti inferiore nel farlo, approcciati con umiltà e vedrai che ce la farai.

Questo accelererà il processo di apprendimento facendoti risparmiare tempo.

Terzo passo: concentrati su un singolo argomento

Nel momento in cui si cerca di imparare qualcosa è bene concentrarsi su un singolo aspetto di una materia e non disperdere la propria attenzione e le proprie energie su tanti argomenti.

Se ti focalizzi su una cosa soltanto avrai maggiori risultati.

È meglio riuscire a fare una sola cosa da dio che fare tante cose in maniera mediocre.

Quarto passo: devi essere curioso

La curiosità è la migliore alleata di chi vuole imparare. Essa aiuta ad avere prospettive più larghe e ad allargare i propri orizzonti. Aiuta a essere più consapevoli di noi stessi e della realtà che ci circonda.

Quinto passo: concentrati su te stesso

So bene che ti dà fastidio quando gli altri non riescono a capirti o a capire un cosa che a te risulta ovvia. Ricorda una cosa, il percorso che stai seguendo serve a te, solo a te.

Sei tu che dovrai riuscire a sconfiggere tutti quei pregiudizi che ti fanno cadere nel paradosso dell’ignoranza. Concentrati su di te e sul tuo cammino.

La strada che conduce alla saggezza è lunga e difficile. Non ti distrarre pensando agli altri e ai loro limiti, pensa a superare i tuoi di limiti.