La rivoluzione degli anni 50: la radio a transistor

Il cambiamento portato da internet e dai personal computer non ha certo paragoni nella storia, tuttavia si può considerare l’invenzione della radio a transistor (che era portatile) molto simile sotto alcuni aspetti.

La prima radio a transistor fu la Regency TR-1, commercializzata dalla  Texas Instruments Incorporated il 18 ottobre 1954

Portatile è meglio

Uno dei fattori che più ha influenzato la larga diffusione della radio a transistor è, appunto, la sua portatilità.

batteria 22,5 volt prima radio a transistor

Alimentata da una batteria da 22,5 volt (standard per l’epoca), era leggera e tascabile, non piccola come le radio di oggi ma comunque tascabile.

Prezzo alla portata di tutti

Il prezzo della prima radio a transistor che entrò in commercio era di 49.95 dollari, una cifra che all’epoca si potevano permettere in molti negli USA.

Questo prezzo, che non era né troppo alto né troppo basso rendeva la radio a transistor ottima come regalo di Natale.

Essendo così mediamente economica le famiglie si potevano permettere di averne in casa più di una. Cosa che con la televisione non era possibile, sia per il prezzo che per la dimensione.

Più piccola = audio peggiore

Uno dei fattori con cui doverono fare i conti i progettisti fu il fatto che a causa delle dimensioni ridotte c’era poco spazio per altoparlanti che consentissero uno buona qualità audio.

Minori erano le dimensione dell’altoparlante maggiore era il loro gracchiare.

I Transistor erano troppo grandi e per produrre una radio portatile bisognava sacrificare qualcosa.

Fu sacrificato l’audio in effetti, almeno nella prima versione. M a da lì in poi molteplici sarebbero state le dimensioni e le fogge delle varie radio, per accontentare un po’ tutti.

Curiosità:

Le radio costruite in quel periodo che va dal 1953 al 196e avevano segnalate con due triangoli le frequenze di 640 e 1240 kHz.

In caso di attacco esterno (a quell’epoca si temeva un attacco sovietico) tutte le trasmittenti radio e televisive avrebbero dovuto essere spente, per non dare alcun aiuto ai missili nemici, che avrebbero potuto usare le onde elettromagnetiche per orientarsi verso gli obiettivi.

Si sarebbe ricorso a quelle frequenze segnale per trasmettere segnali di allerta ora su uno ora sull’altro canale in maniera alternata in modo da non dare punti di riferimento agli avversari.

Il sistema non fu mai adoperato.