Chi sono i prepper?

Tra le varie correnti diffuse per il mondo c’è anche quella dei prepper. Essi fanno parte di una corrente denominata survivalismo. Si tratta un gruppo di persone che passano il loro tempo e impiegano le loro risorse a prepararsi a sopravvivere al meglio a grandi catastrofi che ritengono imminenti.

Le origini dei prepper

I prepper sono il frutto di quella paura nata negli anni 50 del XX secolo derivata dall’inizio di un’ipotetica guerra nucleare. L’ipotesi di un evento che avrebbe portato all’estinzione della razza umana per come la conosciamo ha generato in alcune persone il desiderio di prepararsi al meglio.

L’ombra di una catastrofe imminente non ha mai abbandonato queste persone, anche dopo la fine dei grandi conflitti.

La fine dei tempi

Quello che temono i prepper è che accada una catastrofe che possa sconvolgere lo stile di vita quotidiano a livello mondiale o addirittura portare all’estinzione della razza umana.

La natura di questo evento non è ben precisata, ogni prepper ha le sue paure e le sue ipotesi e si prepara al meglio ad affrontare quella catastrofe che ritiene più probabile.

L’evento potrebbe essere di origine naturale, quindi si parla di terremoti, maremoti, tempeste magnetiche o solari, oppure potrebbe essere causato dagli stessi essere umani, in questo caso si parla nella maggior parte dei casi di guerre in cui vengono impiegate armi nucleari.

C’è chi sostiene che la fine potrebbe essere causata dal crollo delle borse e quindi dalla successiva crisi globale. In questo scenario le grandi industrie e in genere tutto il meccanismo economico moderno arriverebbe al collasso. Tutto questo causerebbe carenza di beni di prima necessità e di cibo. Per questo è necessario prepararsi al meglio.

Anche l’insorgere di una pandemia tipo quella della peste avvenuta in passato è una delle catastrofi ipotizzate dai prepper.

La catastrofe potrebbe essere dovuta anche a disastri di tipo ecologico. La moria della api è stata spesso additata come inizio della fine. Anche il diffondersi dell’inquinamento e l’estinzione di varie specie animali e la conseguente alterazione dell’ecosistema genera molto timore.

Cosa fanno i prepper?

Entrando nel dettaglio di cosa fa un prepper per prepararsi al meglio occorre descrivere diversi aspetti di cui tale corrente di pensiero si caratterizza.

Nell’immaginario collettivo il prepper è colui che compra scorte di alimenti a lunghissima conservazione, immagazzina ettolitri di acqua e beni di prima necessità, magari in un bunker realizzato sotto casa.

A dire il vero la realtà non si allontana molto dalla fantasia ma la descrizione precedente non da giustizia alla figura del prepper.

Esistono due tipi di prepper: i sostenitori del Bugging in e i sostenitori del Bugging out.

Bugging in e bugging out sono due diverse strategie per affrontare una catastrofe.

La prima, il bugging in, è la strategia tipica di chi tende ad accumulare derrate alimentari, idriche e di medicinali. Di solito chi ricorre a questo espediente ha un luogo sicuro cui fare riferimento. Questo luogo potrebbe essere casa sua, un bunker di sua proprietà o qualsiasi altra struttura che il prepper ritiene sicura e adatta ad affrontare una vita da sopravvissuti.

Chi ha intenzione di ricorrere al bugging out è più propenso agli spostamenti, in genere per allontanarsi il più possibile dalla minaccia alla propria sopravvivenza. In questo caso il prepper si munisce preventivamente di un equipaggiamento essenziale e mirato alla sopravvivenza in natura. Caccia, pesca, cura delle ferite e tecniche di primo soccorso sono essenziali per raggiungere il proprio obiettivo.

Quest’ultima tipologia di prepper molto spesso ha già in mente una destinazione da raggiungere e, oltre allo zaino contenente il suo equipaggiamento, ha anche già un veicolo che intende usare per raggiungere la sua meta.

I prepper sui media e sui social

Un movimento in netta espansione quello dei prepper. Data la portata del fenomeno sono sorti spontaneamente sui social vari gruppi e pagine di persone nei quali i membri e gli iscritti si scambiano consigli e opinioni sull’argomento.

Non mancano corsi di primo soccorso incentrati sul riuscire a curare ferite e malesseri con mezzi improvvisati, tecniche di caccia e pesca, istruzioni su come orientarsi senza mappa, etc.

Nel web gli appassionati di survivalismo e i curiosi possono trovare numerosi siti che si dedicano all’argomento. In queste pagine gli autori elargiscono numerosi consigli a coloro interessati a creare un equipaggiamento perfetto, ad esempio The Perfect Prepper.

Ovviamente non poteva di certo mancare anche uno spiccato merchandising. Un equipaggiamento che si rispetti deve soddisfare specifici requisiti e, si sa, la qualità costa.

Ecco quindi che i ‘prepper’ più esperti consigliano un coltello anziché un altro e vendono kit per emergenze a costi che vanno dagli 800 euro per il modello base ai circa 3000 euro per il modello deluxe. Si può anche scegliere il tipo di menù: normale, vegetariano o per celiaci.

Sul sito preso come esempio oltre si possono acquistare suddetti kit ma anche cibo, attrezzi, kit medici, kit per la manutenzione e la riparazione di veicoli e motori e molto altro.

Kit familiare base per le emergenze. Costo: 800 – 2000 €
Si può anche scegliere il tipo di menù: normale, vegetariano o per celiaci.

Aspetti psicologici di un prepper

Un prepper non è una persona che si sveglia una mattina e decide di mettersi al sicuro da eventuali catastrofi costruendo un bunker e riempiendolo di cibo, acqua e medicinali. Ci sono motivazioni ben specifiche dietro a una scelta del genere.

Non è solo l’istinto di sopravvivenza a spingere una persona a impiegare, a volte, importanti risorse economiche per fare ciò che fa. Quello che si cela dietro a un prepper molto spesso è il desiderio di proteggere la propria famiglia. Spesso il capofamiglia assegna a ogni parente un ruolo specifico, chi è addetto a preparare cibo, chi alle medicine, chi alla gestione dell’acqua, etc creando una vera e propria squadra usando come collante proprio la paura di qualche disastro.

Una famiglia ringrazia il sito The Perfect Prepper per averli aiutati a prepararsi a emergenze e disastri.

Molti prepper si sono scoperti tali dopo essere diventati padri e hanno creato un nucleo familiare e affettivo molto importante.

Proteggere i propri cari si, ma da cosa?

Lo spauracchio di un disastro mondiale, di qualsiasi genere sso sia, è nato si intorno alla metà degli anni 50 ma ha avuto, e sta avendo ampia diffusione, anche ai nostri giorni.

Film catastrofici e teorie del complotto che girano principalmente su internet sono molto spesso la scintilla che genera la paura della fine.

Aggiungo il fatto che non siano persone da biasimare, in fin dei conti non fanno del male a nessuno. Se poi accadesse davvero qualche tipo di catastrofe diventerebbero degli eroi.